“La sera del 15 febbraio 1969 Gina Lollobrigida mi chiamò per propormi di andare con lei a Firenze l’indomani, per l’incontro Fiorentina-Cagliari, le due squadre che quell’anno si contendevano lo scudetto.
Mi dichiarai subito felicissimo di partecipare a quella spedizione, soprattutto perché sono un tifoso storico della Fiorentina!
La mattina dopo andai all’appuntamento a casa di lei, e vidi subito davanti all’ingresso una Rolls Royce, vecchiotta ma imponente.
Poi comparve la grande Gina, conciata da togliere il fiato.
Una pelliccia fatta di almeno tre tigri, con un colbacco ottenuto con le zampe delle povere bestie intrecciate.
Gioielli, veri o bigiotteria, un po’ dappertutto, e il suo splendente sorriso che metteva automaticamente di buon umore.
Cominciava a cadere una fitta pioggia gelida, e Gina si sedette al volante.
‘Ma cosa fai?
Vuoi guidare tu fino a Firenze con questo tempo?
Lascia fare a un autista, per favore.’ ‘Ma quale autista?
Guido io come ho sempre fatto, non ho bisogno di nessuno, io’.
Dovetti rassegnarmi e le sedetti accanto.
Ma avevo addosso una gran paura.
Fu difatti la decisione più iellata che abbia mai preso in vita mia.” Gina Lollobrigida perse il controllo della macchina sull’autostrada nei pressi di Orvieto, e Zeffirelli rimase seriamente ferito, al punto da dover annullare tutti gli impegni di lavoro per più di un anno.