“Erano le prime ore del mattino del 4 novembre 1966 quando mia sorella Fanny Corsi mi telefonò da Firenze. Era in preda al panico. Sola, al buio, con negli orecchi un suono assordante di clacson, come se tutta la città fosse prigioniera di un gigantesco ingorgo di traffico. Una pioggia battente e implacabile che, a quello che si poteva intuire alle prime luci dell’alba, aveva trasformato le strade in fiumi che tutto trascinavano e sconvolgevano.
I mezzi mediatici allora non erano così potenti come lo sono oggi, ma già con quelli di cui disponevamo potevamo ampiamente documentare le scene di devastazione e di rovina che erano sotto i nostri occhi.”
Franco Zeffirelli, Autobiografia, ed. Rizzoli
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno. Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno. Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Partito in macchina da Roma nella tarda mattinata del 4 Novembre, Zeffirelli riesce a raggiungere Firenze nonostante le strade principali siano interrotte, facendo una deviazione sui monti intorno alla Val d’Arno.
Documenta il disastro scattando centinaia di fotografie.
Poco dopo, con l’aiuto di una troupe messa a disposizione dalla RAI, realizza il documentario Per Firenze, con l’intento di distribuirlo nel mondo per suscitare una raccolta di fondi in aiuto della città.
Il Complesso di San Firenze ospita oggi la Fondazione Franco Zeffirelli.
Zeffirelli e Richard Burton si preparano a registrare il commento per il documentario Per Firenze.
Quando l’attore gallese, che aveva appena interpretato il film La bisbetica domata diretto da Zeffirelli, chiede di poter fare qualcosa per aiutare Firenze, Zeffirelli gli propone di presentare in due versioni – una italiana e una inglese – il documentario che avrebbe girato il mondo per raccogliere fondi.
Originariamente si era pensato che il documentario Per Firenze avrebbe avuto una diffusione unicamente all’estero.
Invece il 23 novembre, quasi senza preavviso, va in onda sulla RAI.
Tra gli altri quotidiani lo recensiscono il romano “Paese sera” e il fiorentino “La Nazione”.
Caro Ziffirilli.
Forse soltanto in casa Bargellini ella è chiamato ancora così, in ricordo di quando studiava architettura ed un professore meridionale le storpiava il nome.
Allora, secondo il giudizio di mio nipote Freyrie era “il bravo Ziffirilli”.
Ora, secondo il mio parere è “il bravissimo Zeffirelli!” Ieri sera feci cessare la Giunta (e gli argomenti all’ordine del giorno erano terribili) alle 20 perché tutti potessero vedere il suo documentario, col quale ella ha saputo rendere la cupa fierezza dei fiorentini e l’impeto del fiume prima; l’avvilimento della mota dopo.
Eccellente l’attore.
Lo ringrazi a nome della città e grazie anche a lei, in fretta, ma con tanta riconoscenza.
Piero Bargellini
Filadelfia, 16 novembre 1966 Caro Franco:
non ho parole per dirti la mia gioia nel rivederti dopo tanti anni, né la mia gratitudine per tutto quello che stai facendo per la città che tu ed io amiamo così tanto.
Il nostro comitato nazionale si è riunito ieri a New York per molte ore, e sono stato incaricato di esprimerti tutto l’entusiasmo per il film che stai facendo.
La signora Jacqueline Kennedy ha manifestato un particolare interesse per il progetto.
Mi è stato anche chiesto di scriverti per chiederti di dettagliare tutti gli aspetti con il nostro Presidente, il professor Bates Lowry.
Sono certo che troveremo un accordo soddisfacente per la distribuzione.
CRIA è stata registrata legalmente e si è dotata di un organismo di pubbliche relazioni.
Infatti ha contrattualizzato un’azienda pubblicitaria di rilevanza nazionale e la direzione del CRIA potrà fornirtene tutti i dettagli.
Ti ho mandato per raccomandata una copia del mio articolo Arte e Libertà nella Firenze del Quattrocento, che può interessare il signor Burton.
Tienimi informato di tutti gli sviluppi.
I miei saluti affettuosi, tuo sempre Fred Nota:
Nato a Boston nel 1914, Frederick Hartt è stato un insigne storico dell’arte.
Durante la II Guerra Mondiale aveva operato nel Programma Monumenti, Belle Arti e Archivi dell’Esercito degli Stati Uniti, e a partire dal 1944 si era prodigato soprattutto per la ricostruzione e il restauro di Firenze.
In seguito aveva organizzato in Italia la struttura “Monuments Men”, per la catalogazione e il recupero di opere d’arte trafugate dal Terzo Reich.
Autore di importanti studi sul Rinascimento Italiano, professore di Storia dell’Arte in diverse Università degli Stati Uniti, nel novembre 1966 chiese un’aspettativa dall’insegnamento all’Università di Pennsylvania per tornare ad aiutare Firenze, e si impegnò a raccogliere fondi negli Stati Uniti promuovendo CRIA – Comitato per il Recupero di Arte Italiana.
Ricevette la cittadinanza onoraria di Firenze.
Morto a Washington nel 1991, è seppellito al Cimitero delle Porte Sante.
A Londra si mobilita il mondo del teatro.
Viene organizzata una serata al Theatre Royal Haymarket dove artisti della scena e della musica si esibiscono in un programma ispirato all’Italia.
L’incasso è devoluto alla città di Firenze.
Emittenti televisive indipendenti contribuiscono alla raccolta di fondi.
Nel programma della serata sono previste anche alcune scene tratte da commedie di Shakespeare messe in scena da Zeffirelli a Londra:
Molto rumore per nulla interpretato da Maggie Smith e Robert Stephens, Romeo e Giulietta interpretato da Judi Dench e John Stride.