Feanco Zeffirelli lasciò Firenze nell’autunno 1946, per stabilirsi a Roma, che divenne la sua residenza stabile.
Ma si sentì profondamente fiorentino per tutta la vita, manifestando questa sua appartenenza anche con una grande passione per la sua squadra del cuore: la Fiorentina.
“La sera del 15 febbraio 1969 Gina Lollobrigida mi chiamò per propormi di andare con lei a Firenze l’indomani, per l’incontro Fiorentina-Cagliari, le due squadre che quell’anno si contendevano lo scudetto.
Mi dichiarai subito felicissimo di partecipare a quella spedizione, soprattutto perché sono un tifoso storico della Fiorentina!
La mattina dopo andai all’appuntamento a casa di lei, e vidi subito davanti all’ingresso una Rolls Royce, vecchiotta ma imponente.
Poi comparve la grande Gina, conciata da togliere il fiato.
Una pelliccia fatta di almeno tre tigri, con un colbacco ottenuto con le zampe delle povere bestie intrecciate.
Gioielli, veri o bigiotteria, un po’ dappertutto, e il suo splendente sorriso che metteva automaticamente di buon umore.
Cominciava a cadere una fitta pioggia gelida, e Gina si sedette al volante.
‘Ma cosa fai?
Vuoi guidare tu fino a Firenze con questo tempo?
Lascia fare a un autista, per favore.’ ‘Ma quale autista?
Guido io come ho sempre fatto, non ho bisogno di nessuno, io’.
Dovetti rassegnarmi e le sedetti accanto.
Ma avevo addosso una gran paura.
Fu difatti la decisione più iellata che abbia mai preso in vita mia.” Gina Lollobrigida perse il controllo della macchina sull’autostrada nei pressi di Orvieto, e Zeffirelli rimase seriamente ferito, al punto da dover annullare tutti gli impegni di lavoro per più di un anno.
Con Giancarlo Antognoni, centrocampista della Fiorentina, tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80.
Altra grande prova di passione calcistica Zeffirelli la fornì nel 1982, a conclusione di un rovente campionato di calcio.
Alla vigilia dell’ultima giornata, Juventus e Fiorentina erano in testa con 44 punti:
la Juve si aggiudicò lo scudetto sconfiggendo il Catanzaro 1-0 su calcio di rigore, mentre la Fiorentina pareggiò 0-0 dopo che l’ arbitro le ebbe annullato un gol.
Zeffirelli tuonò che la Juventus abitualmente “comprava” gli arbitri.
La questione finì in tribunale, tra querele e controquerele.
E Zeffirelli, non potendo dimostrare le sue accuse, fu condannato a pagare una penale.
Franco Zeffirelli sceglie di mostrare nel documentario alcuni monumenti simbolo della città, ma soprattutto di raccontare la nascita e la pratica del Calcio storico fiorentino, filmando la manifestazione rievocativa che si tiene ogni anno nel mese di giugno.
Un piccolo torneo con calcianti dei 4 quartieri storici di Firenze.
Franco Zeffirelli sceglie di mostrare nel documentario alcuni monumenti simbolo della città, ma soprattutto di raccontare la nascita e la pratica del Calcio storico fiorentino, filmando la manifestazione rievocativa che si tiene ogni anno nel mese di giugno.
Un piccolo torneo con calcianti dei 4 quartieri storici di Firenze.
FZ sceglie di mostrare nel documentario alcuni monumenti simbolo della città, ma soprattutto di raccontare la nascita e la pratica del Calcio storico fiorentino, filmando la manifestazione rievocativa che si tiene ogni anno nel mese di giugno.
Un piccolo torneo con calcianti dei 4 quartieri storici di Firenze.
La fortuna di esser nati a Firenze Esser fiorentini è un valore infinito.
Si può essere sportivi o no, certo la Fiorentina ci mette tutti insieme, in viola si diventa una grande famiglia.
Il calcio ci regala l’occasione di sentirsi tutti fratelli, però io vorrei, sognerei che tutti i fiorentini fossero fratelli anche oltre il sentimento di appartenenza calcistico.
Vorrei lo fossero per la loro comune cultura.
Le amministrazioni locali devono dare il loro segnale.
Non sento battere il cuore di Firenze come succedeva una volta.
Non vedo lo slancio verso nuove iniziative importanti.
Firenze deve tornare ad essere quel che era:
la patria delle nostre anime.
La Fiorentina deve tornare ad esser la sua squadra:
la Nazionale dei fiorentini con la maglia viola e col giglio rosso sul petto.
Sarà che ero un ragazzo, ma allora eravamo tanto orgogliosi di essere fiorentini quando andavamo all’estero.
In Inghilterra ho fatto carriera anche perché ero fiorentino:
non mi chiamavano il regista italiano ma the director of Florence.
In tutte le onorificenze da me ricevute si fa menzione non dell’italianità ma dell’essere cittadino di Firenze.
Vorrei che tutti si rendessero conto che esser fiorentini viene ripagato lautamente soltanto se ne abbiamo coscienza e se difendiamo questa nostra fortuna di essere nati a Firenze.
Gian Franco Corsi Zeffirelli regista cinematografico e presidente Senato del Museo Fiorentina